11 luglio, 2008

Governare da sinistra. Con l’accento sul fare

Sentiamo l’esigenza di porre a noi stessi una domanda: è stata utile alla città la nostra partecipazione in questi quattro alla sua amministrazione?

Non sono stati anni facili: governare è sempre una sfida difficile e lo è di più per la sinistra, perché ha nel DNA la volontà, il bisogno di trasformare l’esistente verso il meglio e l’esistente fa tanta resistenza…

E tanto più difficile è stato tenere insieme le diverse anime del centrosinistra. In questi anni la società italiana ha visto accrescersi la propria fragilità, le differenze sociali ed economiche, l’incertezza del futuro. Il forte ed articolato tessuto sociale che, in particolare nella nostra regione e a Bologna, ha dato speranze e riferimenti a tutte le componenti sociali si è progressivamente indebolito e molti si sono sentiti soli di fronte ad una società spesso avvertita come ostile. Le parole e le idee hanno cambiato senso, cavalcate troppo a lungo e spesso senza pudore da una destra aggressiva che ha alimentato l’egoismo e il particolarismo, fino a trasformarli nel motore che l’ha portata a vincere largamente le ultime elezioni nazionali fino addirittura ad escludere la sinistra dal Parlamento, per la prima volta nella storia della Repubblica.

Ora nel centrosinistra e nella sinistra stessa ci sono due reazioni opposte: da un lato la tentazione di inseguire per non perdere consensi, ad esempio un’idea di sicurezza che si nutre di paura del diverso, dall’altro quella opposta: negare il problema, senza dare risposte alle profonde domande che pure nelle persone restano e suppurano, disgregando il tessuto sociale se non vengono ascoltate e affrontate.

Di qui un conflitto che ha segnato, e non dobbiamo nascondercelo, i momenti più discutibili di questa esperienza di governo. Si sono accentuati i conflitti fra le diverse componenti della città e si è diffuso un senso di impotenza derivante dalla mancanza di una chiara, coerente e condivisa linea di azione, che intrecciasse strettamente le ragioni dell’integrazione sociale e della convivenza con quelle del diritto dei cittadini a fruire serenamente della loro città. Chi ci credeva ha spesso sofferto e ingoiato qualche rospo.

Ma per fortuna in tanti casi abbiamo superato queste differenze: è successo quando siamo stati tutti capaci di non perdere di vista il fare, ma un fare di sinistra, quello che, poi, lascia la realtà migliore di quanto l’aveva trovata. È successo quando siamo rimasti (quasi) tutti lì, a scontrarci sulle differenze fino a tirar fuori l’idea giusta, e nessuno ha “rovesciato il tavolo” o lo ha abbandonato: i risultati si sono visti. Come quando per tutti gli abitanti di via Casarini, dopo un passaggio a Villa Salus, è stata trovata una soluzione abitativa stabile e sicura, creando integrazione.

Insomma siamo i primi a non negare che la convivenza in questa maggioranza è stata difficile. Ma non c’è rappresentanza efficace delle classi popolari e difesa delle loro condizioni di vita e di lavoro al di fuori del perimetro del centro sinistra: il migliore e più armonico governo di centro destra non può che rappresentare interessi, ideologie, valori antitetici. E questo vale per Bologna come per il Paese: la destra reazionaria ha già alzato la testa e quasi quotidianamente assistiamo a pestaggi a immigrati, di gay, mentre l’omicidio di Verona viene definito dal Presidente della Camera Fini (altro regalo delle elezioni) “meno grave” che bruciare bandiere; i primi provvedimenti di politica economica e sociale, annunciano una stagione di attacco allo stato sociale e di ingiustizia sociale; si ri-materializza il fantasma di una stagione parlamentare di nani e ballerine.

E a Bologna, mentre critichiamo le manchevolezze di questa Amministrazione, non dobbiamo dimenticare l’arroganza dello stile amministrativo del centrodestra, durante il “regno Guazzaloca”: la noncuranza nei confronti dei Quartieri e delle loro istanze, l’imposizione delle indimenticabili “Gocce” nel cuore di Bologna, lo scippo alla città e il “regalo” ai privati della Sala Borsa, una politica urbanistica che ha stracciato il piano regolatore concedendo permessi di costruzione in ogni spazio vuoto del territorio, la deregolamentazione del traffico, e potremmo continuare a lungo...

Invece:
  • esenzione dei redditi ISEE bassi dall’IRPEF comunale che riguarda circa 1/3 dei contribuenti
  • lotta all’evasione (solo nel 2007 18.200.000 euro e circa 80.000.000 nel quadriennio 2004-2007da reinvestire nella città e maggiore giustizia nell’assegnazione delle risorse ai meno abbienti);
  • aumento dei posti nido e materna;
  • tariffe dei servizi comunali invariate per tutto il mandato; piano straordinario di edilizia scolastica;
  • chiusura delle strutture fatiscenti per immigrati e regolarizzazione dei residenti con attribuzione di alloggio (non solo Villa Salus, ma anche Ada Negri e Piratino);
  • costituzione dell’agenzia per l’affitto; trasferimento delle deleghe sulla persona ai Quartieri;
  • predisposizione di un Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) che dimezza il numero di alloggi previsto dal PSC dell’amministrazione Guazzaloca, frenando così consumo del territorio e speculazione edilizia, e contiene l’idea forte di nuovo riequilibrio sociale, prevedendo alloggi a canone calmierato per chi non è così 'povero' da accedere agli alloggi popolari ma è schiacciato dai costi degli affitti;
  • chiusura al traffico non residente del centro storico (5 milioni di auto in meno ogni anno e diminuzione degli incidenti stradali nella ZTL del 19%);
  • nuovo regolamento ERP che dà anche ai lavoratori precari l’accesso alle graduatorie.

Eccoli alcuni dei risultati di un governo di centrosinistra della città, messi in fila, nero su bianco, uno dietro l’altro. Non ne esce forse l’abbozzo di una città più giusta e solidale?

E allora perché non rivendicarli con forza, farli conoscere, insomma! Perché questo “tafazzismo” del centrosinistra e della sinistra? TUTTI INSIEME abbiamo ottenuto risultati importanti, che con il centrodestra al governo sarebbero stati (sono stati) impensabili, risultati che TUTTE LE COMPONENTI di questa coalizione possono, devono rivendicare con orgoglio, e in continuità con i quali costruire le politiche future.

Il lavoro da fare è ancora tanto, tantissimo: mille problemi ha ancora questa città, questa società, tante ingiustizie permangono e anche se su alcuni temi anche importanti nel centrosinistra prevalgono opinioni che non condividiamo (a maggior ragione è importante esserci), la sinistra sa bene che la giustizia sociale si può raggiungere solo per approssimazioni successive: non si capisce altrimenti perché nel 2004 candidarsi a governare in coalizione.

Adesso dobbiamo lavorare per realizzare tutto ciò che ancora si può in quest’anno, cominciando con il riallacciare un dialogo con i cittadini - costruttivo e non fatto di slogan - che dia fino in fondo significato alla parola programma, che adesso bisogna costruire insieme ai cittadini.
Per ripartire abbiamo l’accordo di maggioranza, che ha dentro tanto del programma di mandato: realizzare quello che contiene rappresenta una sfida ambiziosa da qui al 2009. Se questo avverrà, (ri)nascerà in modo naturale una coalizione di centro sinistra, per proporre ai cittadini di Bologna una continuità politico-amministrativa.

E questo è necessario:
  • perché la sinistra è portatrice di qualcosa di prezioso: in un momento in cui rialza prepotentemente la testa un’idea confessionale di Stato, noi ne rivendichiamo la laicità, anche attraverso una differente visione del governo cittadino. È l’Amministrazione eletta dai cittadini che decide: tutti possono (devono) dire la loro, ma nessuno ha diritto di veto.
  • Perché quello che conta è difendere e migliorare le condizioni materiali di vita della gente, non “segnare punto” negli equilibri politici. E domandiamoci allora semplicemente: possiamo essere più utili ai lavoratori e ai cittadini stando insieme al governo della città (ma al loro fianco!) o dai banchi dell’opposizione?
  • Perché Il PD non può essere autosufficiente per il governo di Bologna: non è bene per la città, resterebbero fuori le idee e le persone che nel PD non si riconoscono, ma che potrebbero dare una grossa mano a tenere la barra delle politiche a sinistra.
Noi ci crediamo e non ci appassioniamo tanto ai nomi: non è importante chi sarà a portare avanti le idee in cui crediamo, quello che conta è che esse vengano rispettate e realizzate. Riteniamo che nella coalizione di centrosinistra ci debbano sempre essere gli spazi per il confronto e anche per il conflitto, ma bisogna insieme assumersi la responsabilità: la responsabilità di governo della città, la responsabilità verso i cittadini e gli elettori.

Per questo chiediamo a chi condivide questo appello di lavorare insieme per creare una condizione di governo futuro di questa città. C’è una sinistra a Bologna che è in grado ed ha voglia di governare. Lasciamo da parte le divisioni sterili e gli orgogli di parte: il momento è adesso.

29 giugno 2008


Maurizio Zamboni
Riccardo Malagoli


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risposta alla lettera aperta del circolo PRC di San Donato

Quella che segue è la mia risposta alla lettera aperta del circolo PRC Gino Milli di San Donato.


Non mi è mai passato per la testa che i risultati ottenuti in questi anni a San Donato siano "successi ottenuti da me": i risultati sono dovuti all'impegno quotidiano di tutti coloro che lavorano in Quartiere e le scelte sono discusse e fatte dalla maggioranza che governa il Quartiere. Di questa maggioranza fa parte anche il PRC con un suo consigliere: quindi i risultati eventualmente ottenuti, o gli insuccessi, sono anche del PRC, visto che li ha pienamente sottoscritti, né mai li ha criticati o si è opposto. E' senza dubbio comodo stare in una amministrazione, in una maggioranza e poi - quando si avvicinano le elezioni e si ha intenzione di correre da soli - cominciare ad attaccare ciò che è stato fatto come se in tutti questi anni si fosse stati all'opposizione; ho letto quindi la lettera aperta indirizzatami con un certo sconcerto.

Ricordo benissimo la stesura del "progetto Piratino", visto che tra gli "straordinari compagni del circolo" c'ero anch'io (anche se da come viene raccontato non si evince), essendo allora ancora iscritto al PRC. A rischio di sembrare immodesto, credo anche di aver portato un contributo alla stesura del progetto, se non altro perché avevo passato i dieci anni precedenti a fare il consigliere di opposizione in Quartiere ed ero già Presidente quindi conoscevo bene per forza sia il problema che i "meccanismi" dell'Amministrazione. Ma contributo ancora maggiore, direi decisivo fino alla concreta stesura, lo portò un altro compagno (ricordate?), che nel campo del Piratino lavorava già come operatore sociale. Anche lui oggi non è più iscritto a Rifondazione.

E visto che so bene che non bastano i proclami o i progetti ma bisogna lavorare tutti i giorni per realizzarli, trovare i soldi necessari, gestire i problemi, superare le resistenze etc etc., e queste cose le dobbiamo a tutti quelli che ci hanno lavorato concretamente in questi anni, non a chi dopo il giorno dell'inaugurazione non si è mai più visto o informato, se qualcuno mi sento di ringraziare sono queste persone. Questo per i risultati. Per le scelte, come dicevo, ci ha creduto fortemente tutta la maggioranza di Quartiere di cui, ripeto, Rifondazione fa parte e che ha collettivamente il merito e quando 'vanto' con orgoglio (e lo provo davvero) i risultati ottenuti in questi anni lo faccio ovviamente a nome di questa maggioranza, compreso il consigliere del PRC che tanto si è dato da fare sui bisogni sociali del quartiere. Questo significa essere in coalizione: agire collettivamente, e rivendicare meriti, assumersi colpe collettivamente. Salvo quando non si è d'accordo, ma non è questo il caso. Se il PRC, nei suoi organismi dirigenti, non si sente abbastanza 'in evidenza' nel merito collettivo, che non dà forse abbastanza lustro, non so che farci, mi pare questione un po' inessenziale.

Quanto all'aver "abbandonato correttezza ed onestà", non sarebbe ora di finirla con la tecnica dell'insulto? Ho posizioni fortemente critiche nei confronti del PRC da anni (ed in coerenza con questo ne sono uscito) ma non mi sono mai permesso di dare del disonesto o dello scorretto a nessuno di loro, anche nei momenti più caldi della polemica. Ho scelto una strada diversa dalla vostra, ma non per questo intendo subire ancora attacchi personali. Visto però che il livello è questo, mi sento autorizzato a ricordare agli scriventi che per abbandonare correttezza ed onestà, a leggere le dichiarazioni dei dirigenti del loro partito, che si accusano a vicenda di complesse disonestà congressuali, non sembra necessario abbandonare il PRC, come loro, con una certa boria, paiono credere. E vi vorrei tranquillizzare: l'"individuo che ha scelto la politica come mestiere", ha da più di trent'anni un proprio lavoro al quale tornerà alla fine di questa avventura, come del resto sapete benissimo. E vi ricordo comunque che 'la politica come mestiere' non è una cosa indegna, anzi, come testimoniano molti dirigenti cittadini del PRC.

Sulle politiche giovanili: "la stima per le persone che operano in Quartiere" pare più che altro una dichiarazione di facciata, visto che si riduce poi sbrigativamente a "qualche corso di ballo, qualche serie di films in biblioteca" il lavoro di quattro anni dei tanti che giornalmente, operatori o volontari, si impegnano per offrire opportunità, iniziative o attività ad adolescenti che altrimenti sì che sarebbero abbandonati a sé stessi!

Si rivendicano "anni di denunce", come se nella maggioranza che amministra e fa le scelte ci fosse qualcun altro. Troppo comodo, scusate!

Come troppo comodo dire che visto che c'è ancora il "vandalismo sub-culturale" vuol dire che le politiche del quartiere sono inutili. E' vero purtroppo: a San Donato, come in tutta Bologna (e in tutt'Italia), vi sono ragazzi che nonostante gli sforzi non riusciamo ad integrare. Ma davvero qualcuno pensa che le migliori politiche di quartiere possibili abbiano una risposta definitiva per questa generazione complessa e fragile? Che possano far sparire i vandalismi, l'abbandono scolastico, il disagio giovanile, come una bacchetta magica? Con le ragazzine che vendono autoscatti osè, quelli che abbandonano la scuola troppo presto, gli adolescenti irrequieti che si scatenano in danneggiamenti di scuole o arredi pubblici. Magari.

Ma è giusto (a parte queste semplificazioni strumentali) rendere conto di cosa abbiamo fatto per gli adolescenti. Visto l'elenco striminzito riportato nella lettera aperta, evidentemente c'è un problema di mancanza di conoscenza e allora provo a raccontare qualcosa e parto dal presente: questa estate è stato attivato un progetto, finanziato dal Quartiere, che coinvolge gratuitamente più di 500 adolescenti fino a tutto agosto, e che prevede attività sportive e culturali e soprattutto un programma che vede i ragazzi protagonisti attivi, che fanno proposte e richieste secondo i loro bisogni. Vi invito a venire alle premiazioni del torneo di calcio per incontrarli (circa 100 ragazzi coinvolti) martedì 22 luglio alle 17,30 davanti alla biblioteca del Pilastro: calcio e cocomero per tutti.

Ci sono due luoghi per adolescenti aperti sul territorio, uno in via Deledda e uno allo Zonarelli nei quali si svolgono molte attività, anche progetti volti al contenimento del disagio giovanile. Crediamo anche fortemente al valore dello sport e sosteniamo come possiamo tutte le offerte del territorio e dell'associazionismo, fino a finanziare le società sportive per i ragazzi le cui famiglie non possono pagare rette ed iscrizioni. Finisco con quei corsi di ballo, di fotografia, quei cineforum, liquidati con tanta sufficienza: sono importanti per giovani che spesso non hanno altre occasioni di incontro con l'espressione creativa e artistica, noi invece ringraziamo tutti quelli che mettono a disposizione di San Donato conoscenze, tempo e risorse per questi progetti che definite "senza risultati credibili", ad esempio i fotografi di FotoViva che è stato bello vedere impegnarsi con tanto entusiasmo.

Sugli spazi giovanili: è francamente pazzesco e offensivo che si liquidi Covo e Sottotetto come "strumenti di propaganda", naturalmente senza uno straccio di dato di fatto, di dimostrazione della presunta inutilità sociale. Come si fa a rispondere ad accuse così vaghe? Ma una cosa la devo dire: è normale, che i gestori ne traggano un profitto, visto che è il loro lavoro, dovremmo sperare che ci rimettano e falliscano, o una imprenditoria che abbia una utilità sociale è diventata una cosa brutta, quando non si tratta di 'compagni vicini'? Entrambi gli spazi sono stati affidati con convenzioni trasparenti e con un percorso con i cittadini, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, al di là delle allusioni. Gli unici locali ben gestiti per il PRC di San Donato pare siano stati quelli "che hanno un punto di riferimento nella nostra organizzazione"… alla faccia della pluralità.

E poi, se ci interessano le politiche giovanili discutiamo una buona volta di abbandono scolastico, di mancanza di opportunità lavorative, senza riproporre sempre e solo l'eterna questione del Link: sono magari problemi più importanti di una bega fra vecchi e nuovi gestori, anche se riguarda iscritti del circolo PRC. Si tratta di uno spazio per il quale il Quartiere non ha neppure competenza, essendo convenzionato con il Comune, e nel quale si è avuta semplicemente una lotta fra due cordate contrapposte: una ha avuto la maggioranza dei soci l'altra no, almeno questo risulta dai verbali delle assemblee. E io la chiuderei qui, oppure si pensa che avrei dovuto 'promuovere' le persone che si propongono come 'amici'? Quindi non "rabbrividite", nessuna "vendetta".

Certo, è una singolare coincidenza questo attacco 'ad alzo zero' subito dopo la mia proposta pubblica di discussione a sinistra, proprio quella che il vostro segretario cittadino ha pubblicamente definito come il primo passo per una lista civetta "che mira ai voti di Rifondazione": tranquilli, se è questo il problema, non ho alcuna intenzione di creare una mia lista. Ma non è col pensiero alle elezioni che si recupera il consenso della gente a sinistra: con amarezza vedo che invece per voi la colpa è sempre degli altri.

Ma saranno i cittadini a decidere se il lavoro fatto in questi anni (anche da voi, anche se preferite fare finta di no) è in continuità con le vecchie politiche, fatte senza passione o entusiasmo. Pensate davvero che niente di buono è stato fatto fino ad ora? Ed allora che ci facevate in maggioranza, scusate? Se invece pensate di aver contribuito a buone politiche in Quartiere su scuola, sicurezza, sanità, anziani, cultura etc etc, perché non ne parlate? E poi dite che sbaglio a parlare di 'tafazzismo di sinistra'.

Riccardo Malagoli

lettera aperta del circolo PRC di San Donato

Ieri ho ricevuto questa lettera aperta a me indirizzata e inviata anche alla stampa, a cui oggi ho risposto, direttamente al Direttivo del Circolo PRC che mi ha scritto, ma mi sembra giusto pubblicare qui sia la lettera aperta che la mia risposta. Facendolo, non vìolo alcuna privacy, visto che questa lettera è stata resa pubblica dagli estensori.

Ritengo giusto dare voce alle critiche, alle quali comunque ho cercato di rispondere, e lo scopo di questo blog è proprio socializzare e stimolare il dibattito a sinistra, quindi volentieri pubblico quanto segue, anche in considerazione del fatto che la stampa non ha dato molto spazio a questa lettera aperta, almeno fino ad ora, e ritengo quindi giusto e corretto quello spazio, nel piccolo di questo blog, offrirlo io.

Mi permetto una sola annotazione, certo mi aspettavo, anzi speravo anche in voci critiche: io e Maurizio Zamboni siamo del tutto consapevoli di avere "messo i piedi nel piatto" e speriamo in un confronto ricco e vivace; ma ci piacerebbe davvero che si passasse dagli attacchi personali alle analisi politiche propositive e di merito, che favoriscano un dibattito di ampio respiro, realmente utile per ragionare di contenuti e programmi.

Riccardo Malagoli



Spettabile Presidente,
dai giornali locali di queste ultime settimane, abbiamo appreso il Suo resoconto del lavoro svolto come Presidente del Q. re S. Donato e di come vuole sviluppare i suoi progetti futuri, che sono stati presentati come il frutto del Suo impegno politico - istituzionale di questi anni.
Tra le dichiarazioni da Lei rilasciate ve ne sono molte che ci hanno notevolmente, negativamente, colpiti.
Ci riferiamo, in particolare, alla rendicontazione sui molti successi da Lei ottenuti, e tra i quali annovera anche il progetto detto del "Piratino".
Come ex compagni di partito, come direttivo del circolo "G. Milli" San Donato, nel quale Lei ha lungamente militato, e come cittadini attivi nel quartiere, troviamo assolutamente sconcertante che Lei si assuma onori che non Le appartengono.
Come Lei dovrebbe ricordare la stesura del progetto del Piratino è il prodotto di mesi di lavoro di straordinari compagni del circolo, che si sono impegnati a fondo e che lei ora disconosce, evitando persino di ringraziarli pubblicamente.
A fine stesura il progetto del "Piratino" Le è stato presentato, e successivamente esposto alla Vicesindaco Scaramuzzino, che lo ha apprezzato e poi fatto suo.
Non siamo, in cerca di riconoscimenti, ne' di polemiche, ma vorremmo un atto di onestà e verità nei confronti di coloro che hanno lavorato, nell'ombra, per un progetto concreto di integrazione ed accoglienza.
Avere abbandonato il partito, ci auguriamo, non voglia significare abbandonare la correttezza e l'onestà.
Altro punto critico sono i suoi progetti per gli adolescenti e le politiche giovanili.
Da anni denunciamo la mancanza di spazi, la mancanza di politiche serie.
Da anni le sottoponiamo la drammaticità della situazione in alcune zone del quartiere, l'abbandono delle fasce giovanili, il conseguente degrado e, infine, l'incapacità di attuare progetti concreti.
Pur manifestando tutta la nostra stima per le persone che, nonostante questo clima, operano in Quartiere, e analizzando i risultati, si può senz'altro dire che qualche corso di ballo, qualche serie di films in biblioteca, qualche tentativo di coinvolgere con corsi di fotografia frange esigue, non hanno prodotto alcun risultato credibile.
Di visibile c'è l'abbandono della "periferia", il conseguente vandalismo sub culturale che non ci si preoccupa di arginare, l'arroganza di nascondere i problemi del territorio con facili trionfalismi in chiave pre - elettorale.
In un quartiere difficile come il nostro non esistono veri spazi sociali per i giovani. Persino nei casi portati a conclusione come Covo e Sottotetto questo si può tranquillamente affermare.
Dalla Sua azione è chiaro che preferisce utilizzarli come strumento di propaganda e, tutt'al più, affidarli a persone (di fiducia?) che ne vogliono solo trarre un profitto economico e personale.
Il Link ne è un esempio emblematico: ha preferito non agire, in piena sintonia con lo stile dell'attuale Sindaco, dando di fatto credito a personaggi incredibili, ma con qualche sponsor in Assessorato, ed omettendo le denunce fatte dai fondatori storici, ma anche dal nostro circolo, sulle illegalità in corso nell'ultimo anno dentro quell'Associazione.
Del progetto iniziale di centro culturale e di progetto etico e di promozione sociale non era rimasta che una pallida ombra.
Viene da pensare, rabbrividendo, che questo è successo, come una sorta di vendetta, anche perché era promosso da compagni e operatori che hanno un punto di riferimento nella nostra organizzazione.
Doveva essere il fiore all'occhiello di una visione moderna dello sviluppo territoriale dell'area CAAB, ma Lei è stato in grado di contribuire fattivamente alla sua prematura fine, e ora si sta impegnando, come nel caso del progetto "Piratino" a firmarne la realizzazione.
Per inciso sulle sorti urbanistiche di quell'area aleggia uno silente mormorio di mega progetti speculativi.
Caro presidente, con profonda amarezza, Le vorremmo dire che questi anni, che speravamo fossero anni di intensa progettazione sociale ed innovazione culturale, si sono rivelati, dolorosamente, anni di assoluta continuità con le solite, vecchie politiche, impregnate dal cinismo di individui che hanno scelto la politica come mestiere e hanno abbandonato la passione e l'entusiasmo.
il direttivo del Circolo P.R.C. "G. Milli" San Donato