Pubblichiamo volentieri una riflessione di Antonio Casillo - Presidente del circolo La Fattoria, storica realtà dell'associazionismo bolognese.
Ho letto tutto d’un fiato il documento di Riccardo Malagoli e Maurizio Zamboni. Non ho avuto modo di riflettere sufficientemente, e non mi è stato possibile partecipare a l’incontro del Baraccano, mi manca il confronto che tra l’altro mi interessa molto.
Comunque, provo ad esprimere un paio di cose che mi frullano per la testa da un po’ di tempo.
Premetto che mi riconosco completamente nel documento di Riccardo e Maurizio in particolare sulla necessità di stare in campo con senso di responsabilità e realismo.
L’esperienza amministrativa è diversa da quella politica, riuscire a mantenere il giusto equilibrio tra bisogni, opinioni, modalità diverse d’intervento e risorse disponibili, leggi e regolamenti è una roba da non dormire la notte. Qualcuno lo deve fare e qualcuno lo farà… Se a una città, a un quartiere gli capita, sceglie delle persone oneste, appassionate come Riccardo Malagoli: i cittadini, le associazioni ed anche i partiti non se lo possono far sfuggire! (parlo per conoscenza personale)
Invito tutti a riflettere e magari aprire un confronto largo su chi siamo, dove vogliamo andare?
La mia esperienza sindacale, politica ed amministrativa mi ha insegnato che se andiamo “via” le nostre idee, le cose per cui ci siamo sempre battuti con passione, non vanno avanti anzi!
Che fare? Tutti hanno fatto bene, tutti hanno ragione, intanto ci ritroviamo Berlusconi e tutto lo schieramento di centrodestra più forte di prima, un paese che arretra e i meno abbienti che stanno sempre peggio a cominciare dai giovani che hanno d’avanti a sé un futuro sempre più incerto e precario.
In questi anni il nostro paese si è profondamente berlusconizzato, credo che noi stessi ne siamo lambiti se non di più…
Sono convinto che si debba costruire una proposta nuova, rivoluzionaria, dimostrare che un altro mondo è davvero possibile, altrimenti la sinistra non ce la può proprio più fare.
Il requisito principale per essere credibili è dimostrare realmente di essere al servizio dei cittadini e non di sé stessi.
E’ tutto molto difficile, non lo nego, lo so che è più facile seguire la corrente - tra l’altro impetuosa - dell’arraffare, dell’auto-promozione di sé stessi e dei “fedelissimi”. La qualità principale richiesta è essere un po’ gaglioffo, non vedere non pensare non parlare, eseguire.
Che fare? Si può provare a vedere se c’è il coraggio di aprire un confronto su due o tre cose che si possono fare insieme e provare a chiudere i vari piccoli negozi (partiti) esistenti abbandonando i tanti piccoli egoismi per creare un buon centro commerciale dove in tanti di più ci potremmo riconoscere…
Sono convinto che a sinistra oggi più di ieri c’è lo spazio per una formazione politica moderna, seria unitaria e solidale che si ispira al socialismo europeo democratico e ambientalista.
Che fare? Sarebbe bello e importante che proprio da Bologna partisse la scintilla per costruire quello di cui, a mio modesto parere, avrebbe bisogno tutto il paese ma in particolare quella parte sana che non ne vuol sapere di farsi berlusconizzare e lotta tutti i giorni per un paese migliore.
Infine, Bologna a mio avviso è stata bene amministrata, si poteva fare meglio? E’ difficile dirlo dal mio punto di osservazione, perché io vivo in periferia al Pilastro, S. Donato e ho avuto le mie gatte da pelare…
Cosa mi è arrivato dalla città, a me “pilastrologo”: il protagonismo del Sindaco, con la sua forte impronta sulla città, lo giudico positivo, ho apprezzato in particolare la non accettazione che intorno a Bologna crescessero delle favelas come nei paesi del terzo mondo. Sono per lo sviluppo ordinato del territorio e contro le prepotenze.
Mi è pure giunta l’eco di un lamento continuo, di un malessere, che tra l’altro vedo crescere un po’ ovunque, contro il rispetto delle regole. Bologna non è esente da ciò che dilaga nel paese.
Faccio fatica ad esprimere altro, non avendo la conoscenza diretta, poi le diatribe bolognesi non mi appassionano.
Attacchi e risposte non le ritengo utili, sono per il confronto onesto, democratico delle idee capaci di dare risposte adeguate ai problemi sempre più complessi della nostra città.
Ho letto tutto d’un fiato il documento di Riccardo Malagoli e Maurizio Zamboni. Non ho avuto modo di riflettere sufficientemente, e non mi è stato possibile partecipare a l’incontro del Baraccano, mi manca il confronto che tra l’altro mi interessa molto.
Comunque, provo ad esprimere un paio di cose che mi frullano per la testa da un po’ di tempo.
Premetto che mi riconosco completamente nel documento di Riccardo e Maurizio in particolare sulla necessità di stare in campo con senso di responsabilità e realismo.
L’esperienza amministrativa è diversa da quella politica, riuscire a mantenere il giusto equilibrio tra bisogni, opinioni, modalità diverse d’intervento e risorse disponibili, leggi e regolamenti è una roba da non dormire la notte. Qualcuno lo deve fare e qualcuno lo farà… Se a una città, a un quartiere gli capita, sceglie delle persone oneste, appassionate come Riccardo Malagoli: i cittadini, le associazioni ed anche i partiti non se lo possono far sfuggire! (parlo per conoscenza personale)
Invito tutti a riflettere e magari aprire un confronto largo su chi siamo, dove vogliamo andare?
La mia esperienza sindacale, politica ed amministrativa mi ha insegnato che se andiamo “via” le nostre idee, le cose per cui ci siamo sempre battuti con passione, non vanno avanti anzi!
Che fare? Tutti hanno fatto bene, tutti hanno ragione, intanto ci ritroviamo Berlusconi e tutto lo schieramento di centrodestra più forte di prima, un paese che arretra e i meno abbienti che stanno sempre peggio a cominciare dai giovani che hanno d’avanti a sé un futuro sempre più incerto e precario.
In questi anni il nostro paese si è profondamente berlusconizzato, credo che noi stessi ne siamo lambiti se non di più…
Sono convinto che si debba costruire una proposta nuova, rivoluzionaria, dimostrare che un altro mondo è davvero possibile, altrimenti la sinistra non ce la può proprio più fare.
Il requisito principale per essere credibili è dimostrare realmente di essere al servizio dei cittadini e non di sé stessi.
E’ tutto molto difficile, non lo nego, lo so che è più facile seguire la corrente - tra l’altro impetuosa - dell’arraffare, dell’auto-promozione di sé stessi e dei “fedelissimi”. La qualità principale richiesta è essere un po’ gaglioffo, non vedere non pensare non parlare, eseguire.
Che fare? Si può provare a vedere se c’è il coraggio di aprire un confronto su due o tre cose che si possono fare insieme e provare a chiudere i vari piccoli negozi (partiti) esistenti abbandonando i tanti piccoli egoismi per creare un buon centro commerciale dove in tanti di più ci potremmo riconoscere…
Sono convinto che a sinistra oggi più di ieri c’è lo spazio per una formazione politica moderna, seria unitaria e solidale che si ispira al socialismo europeo democratico e ambientalista.
Che fare? Sarebbe bello e importante che proprio da Bologna partisse la scintilla per costruire quello di cui, a mio modesto parere, avrebbe bisogno tutto il paese ma in particolare quella parte sana che non ne vuol sapere di farsi berlusconizzare e lotta tutti i giorni per un paese migliore.
Infine, Bologna a mio avviso è stata bene amministrata, si poteva fare meglio? E’ difficile dirlo dal mio punto di osservazione, perché io vivo in periferia al Pilastro, S. Donato e ho avuto le mie gatte da pelare…
Cosa mi è arrivato dalla città, a me “pilastrologo”: il protagonismo del Sindaco, con la sua forte impronta sulla città, lo giudico positivo, ho apprezzato in particolare la non accettazione che intorno a Bologna crescessero delle favelas come nei paesi del terzo mondo. Sono per lo sviluppo ordinato del territorio e contro le prepotenze.
Mi è pure giunta l’eco di un lamento continuo, di un malessere, che tra l’altro vedo crescere un po’ ovunque, contro il rispetto delle regole. Bologna non è esente da ciò che dilaga nel paese.
Faccio fatica ad esprimere altro, non avendo la conoscenza diretta, poi le diatribe bolognesi non mi appassionano.
Attacchi e risposte non le ritengo utili, sono per il confronto onesto, democratico delle idee capaci di dare risposte adeguate ai problemi sempre più complessi della nostra città.
Antonio Casillo