11 luglio, 2008

risposta alla lettera aperta del circolo PRC di San Donato

Quella che segue è la mia risposta alla lettera aperta del circolo PRC Gino Milli di San Donato.


Non mi è mai passato per la testa che i risultati ottenuti in questi anni a San Donato siano "successi ottenuti da me": i risultati sono dovuti all'impegno quotidiano di tutti coloro che lavorano in Quartiere e le scelte sono discusse e fatte dalla maggioranza che governa il Quartiere. Di questa maggioranza fa parte anche il PRC con un suo consigliere: quindi i risultati eventualmente ottenuti, o gli insuccessi, sono anche del PRC, visto che li ha pienamente sottoscritti, né mai li ha criticati o si è opposto. E' senza dubbio comodo stare in una amministrazione, in una maggioranza e poi - quando si avvicinano le elezioni e si ha intenzione di correre da soli - cominciare ad attaccare ciò che è stato fatto come se in tutti questi anni si fosse stati all'opposizione; ho letto quindi la lettera aperta indirizzatami con un certo sconcerto.

Ricordo benissimo la stesura del "progetto Piratino", visto che tra gli "straordinari compagni del circolo" c'ero anch'io (anche se da come viene raccontato non si evince), essendo allora ancora iscritto al PRC. A rischio di sembrare immodesto, credo anche di aver portato un contributo alla stesura del progetto, se non altro perché avevo passato i dieci anni precedenti a fare il consigliere di opposizione in Quartiere ed ero già Presidente quindi conoscevo bene per forza sia il problema che i "meccanismi" dell'Amministrazione. Ma contributo ancora maggiore, direi decisivo fino alla concreta stesura, lo portò un altro compagno (ricordate?), che nel campo del Piratino lavorava già come operatore sociale. Anche lui oggi non è più iscritto a Rifondazione.

E visto che so bene che non bastano i proclami o i progetti ma bisogna lavorare tutti i giorni per realizzarli, trovare i soldi necessari, gestire i problemi, superare le resistenze etc etc., e queste cose le dobbiamo a tutti quelli che ci hanno lavorato concretamente in questi anni, non a chi dopo il giorno dell'inaugurazione non si è mai più visto o informato, se qualcuno mi sento di ringraziare sono queste persone. Questo per i risultati. Per le scelte, come dicevo, ci ha creduto fortemente tutta la maggioranza di Quartiere di cui, ripeto, Rifondazione fa parte e che ha collettivamente il merito e quando 'vanto' con orgoglio (e lo provo davvero) i risultati ottenuti in questi anni lo faccio ovviamente a nome di questa maggioranza, compreso il consigliere del PRC che tanto si è dato da fare sui bisogni sociali del quartiere. Questo significa essere in coalizione: agire collettivamente, e rivendicare meriti, assumersi colpe collettivamente. Salvo quando non si è d'accordo, ma non è questo il caso. Se il PRC, nei suoi organismi dirigenti, non si sente abbastanza 'in evidenza' nel merito collettivo, che non dà forse abbastanza lustro, non so che farci, mi pare questione un po' inessenziale.

Quanto all'aver "abbandonato correttezza ed onestà", non sarebbe ora di finirla con la tecnica dell'insulto? Ho posizioni fortemente critiche nei confronti del PRC da anni (ed in coerenza con questo ne sono uscito) ma non mi sono mai permesso di dare del disonesto o dello scorretto a nessuno di loro, anche nei momenti più caldi della polemica. Ho scelto una strada diversa dalla vostra, ma non per questo intendo subire ancora attacchi personali. Visto però che il livello è questo, mi sento autorizzato a ricordare agli scriventi che per abbandonare correttezza ed onestà, a leggere le dichiarazioni dei dirigenti del loro partito, che si accusano a vicenda di complesse disonestà congressuali, non sembra necessario abbandonare il PRC, come loro, con una certa boria, paiono credere. E vi vorrei tranquillizzare: l'"individuo che ha scelto la politica come mestiere", ha da più di trent'anni un proprio lavoro al quale tornerà alla fine di questa avventura, come del resto sapete benissimo. E vi ricordo comunque che 'la politica come mestiere' non è una cosa indegna, anzi, come testimoniano molti dirigenti cittadini del PRC.

Sulle politiche giovanili: "la stima per le persone che operano in Quartiere" pare più che altro una dichiarazione di facciata, visto che si riduce poi sbrigativamente a "qualche corso di ballo, qualche serie di films in biblioteca" il lavoro di quattro anni dei tanti che giornalmente, operatori o volontari, si impegnano per offrire opportunità, iniziative o attività ad adolescenti che altrimenti sì che sarebbero abbandonati a sé stessi!

Si rivendicano "anni di denunce", come se nella maggioranza che amministra e fa le scelte ci fosse qualcun altro. Troppo comodo, scusate!

Come troppo comodo dire che visto che c'è ancora il "vandalismo sub-culturale" vuol dire che le politiche del quartiere sono inutili. E' vero purtroppo: a San Donato, come in tutta Bologna (e in tutt'Italia), vi sono ragazzi che nonostante gli sforzi non riusciamo ad integrare. Ma davvero qualcuno pensa che le migliori politiche di quartiere possibili abbiano una risposta definitiva per questa generazione complessa e fragile? Che possano far sparire i vandalismi, l'abbandono scolastico, il disagio giovanile, come una bacchetta magica? Con le ragazzine che vendono autoscatti osè, quelli che abbandonano la scuola troppo presto, gli adolescenti irrequieti che si scatenano in danneggiamenti di scuole o arredi pubblici. Magari.

Ma è giusto (a parte queste semplificazioni strumentali) rendere conto di cosa abbiamo fatto per gli adolescenti. Visto l'elenco striminzito riportato nella lettera aperta, evidentemente c'è un problema di mancanza di conoscenza e allora provo a raccontare qualcosa e parto dal presente: questa estate è stato attivato un progetto, finanziato dal Quartiere, che coinvolge gratuitamente più di 500 adolescenti fino a tutto agosto, e che prevede attività sportive e culturali e soprattutto un programma che vede i ragazzi protagonisti attivi, che fanno proposte e richieste secondo i loro bisogni. Vi invito a venire alle premiazioni del torneo di calcio per incontrarli (circa 100 ragazzi coinvolti) martedì 22 luglio alle 17,30 davanti alla biblioteca del Pilastro: calcio e cocomero per tutti.

Ci sono due luoghi per adolescenti aperti sul territorio, uno in via Deledda e uno allo Zonarelli nei quali si svolgono molte attività, anche progetti volti al contenimento del disagio giovanile. Crediamo anche fortemente al valore dello sport e sosteniamo come possiamo tutte le offerte del territorio e dell'associazionismo, fino a finanziare le società sportive per i ragazzi le cui famiglie non possono pagare rette ed iscrizioni. Finisco con quei corsi di ballo, di fotografia, quei cineforum, liquidati con tanta sufficienza: sono importanti per giovani che spesso non hanno altre occasioni di incontro con l'espressione creativa e artistica, noi invece ringraziamo tutti quelli che mettono a disposizione di San Donato conoscenze, tempo e risorse per questi progetti che definite "senza risultati credibili", ad esempio i fotografi di FotoViva che è stato bello vedere impegnarsi con tanto entusiasmo.

Sugli spazi giovanili: è francamente pazzesco e offensivo che si liquidi Covo e Sottotetto come "strumenti di propaganda", naturalmente senza uno straccio di dato di fatto, di dimostrazione della presunta inutilità sociale. Come si fa a rispondere ad accuse così vaghe? Ma una cosa la devo dire: è normale, che i gestori ne traggano un profitto, visto che è il loro lavoro, dovremmo sperare che ci rimettano e falliscano, o una imprenditoria che abbia una utilità sociale è diventata una cosa brutta, quando non si tratta di 'compagni vicini'? Entrambi gli spazi sono stati affidati con convenzioni trasparenti e con un percorso con i cittadini, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, al di là delle allusioni. Gli unici locali ben gestiti per il PRC di San Donato pare siano stati quelli "che hanno un punto di riferimento nella nostra organizzazione"… alla faccia della pluralità.

E poi, se ci interessano le politiche giovanili discutiamo una buona volta di abbandono scolastico, di mancanza di opportunità lavorative, senza riproporre sempre e solo l'eterna questione del Link: sono magari problemi più importanti di una bega fra vecchi e nuovi gestori, anche se riguarda iscritti del circolo PRC. Si tratta di uno spazio per il quale il Quartiere non ha neppure competenza, essendo convenzionato con il Comune, e nel quale si è avuta semplicemente una lotta fra due cordate contrapposte: una ha avuto la maggioranza dei soci l'altra no, almeno questo risulta dai verbali delle assemblee. E io la chiuderei qui, oppure si pensa che avrei dovuto 'promuovere' le persone che si propongono come 'amici'? Quindi non "rabbrividite", nessuna "vendetta".

Certo, è una singolare coincidenza questo attacco 'ad alzo zero' subito dopo la mia proposta pubblica di discussione a sinistra, proprio quella che il vostro segretario cittadino ha pubblicamente definito come il primo passo per una lista civetta "che mira ai voti di Rifondazione": tranquilli, se è questo il problema, non ho alcuna intenzione di creare una mia lista. Ma non è col pensiero alle elezioni che si recupera il consenso della gente a sinistra: con amarezza vedo che invece per voi la colpa è sempre degli altri.

Ma saranno i cittadini a decidere se il lavoro fatto in questi anni (anche da voi, anche se preferite fare finta di no) è in continuità con le vecchie politiche, fatte senza passione o entusiasmo. Pensate davvero che niente di buono è stato fatto fino ad ora? Ed allora che ci facevate in maggioranza, scusate? Se invece pensate di aver contribuito a buone politiche in Quartiere su scuola, sicurezza, sanità, anziani, cultura etc etc, perché non ne parlate? E poi dite che sbaglio a parlare di 'tafazzismo di sinistra'.

Riccardo Malagoli

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