02 agosto, 2008

Ambiente, territorio, lavoro: una proposta

"lo sviluppo è sostenibile se crea benefici attraverso opportunità economiche e sociali"
questa frase campeggia nella pagina del sito del Gruppo Hera dedicata alla responsabilità sociale.

Sono assolutamente d'accordo con questa affermazione e proprio per questo vorrei provare a fare una proposta che potrebbe mettere proprio Hera al centro di un'azione di sviluppo sostenibile; per il nostro territorio, per l'ambiente e, perché no, anche per il lavoro.

la Cartiera del Maglio
Parto da una 'brutta storia', quella della Cartiera del Maglio di Pontecchio Marconi, che è in crisi e rischia di essere messa in liquidazione: più di 80 lavoratori rischiano il posto (i 63 lavoratori della cartiera e i 20 della collegata cartotecnica di Arsiero, vicino Vicenza).

All'inizio di luglio si è riunito un tavolo di salvaguardia in Provincia a cui però la proprietà dell'azienda ha dichiarato che chiederà la Cassa Integrazione per gli operai.

La volontà delle Istituzioni del territorio, del sindacato, del mondo politico non manca, vista la grande importanza economica della Cartiera per Sasso e l'intera Valle del Reno, ma il timore è di vedere andare in scena ancora una volta un copione che abbiamo già visto, una storia che si è ripetuta troppo spesso in questi anni: un'altra azienda "storica" del nostro territorio, un'eccellenza con moderni procedimenti produttivi, certificazioni di qualità, bassi costi, che chiude.

Eppure sono convinto che non bisogna arrendersi, che anzi la Cartiera del Maglio potrebbe non solo 'risorgere' ma essere il perno di un progetto innovativo.

Hera e la carta recuperata
E qui entra in scena Hera: nel settore ambientale Hera gestisce l'intero ciclo di recupero e riciclaggio, dalla raccolta al trattamento, con recupero e smaltimento. In tutta la provincia è Hera che si occupa di raccogliere la carta da mandare al macero, che successivamente conferisce per il riciclo ad altre aziende.

Non stiamo parlando di piccole quantità: dati Hera dicono che carta e cartone costituiscono il 20,2% della raccolta differenziata, che a sua volta è pari a 226 kg all'anno per abitante dell'Emilia Romagna ci rendiamo conto che anche limitandoci alla provincia di Bologna (quasi un milione di persone) parliamo di una quantità enorme di carta da riciclare, visto che la carta conferita alla differenziata è adatta al reimpiego nei cicli produttivi.

La raccolta differenziata, tra mille difficoltà, sta aumentando, grazie anche e soprattutto ad un aumento della consapevolezza e dei comportamenti 'ecologici' dei cittadini, lo conferma il rapporto 2007 del Comieco, che è il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, che descrive un vero 'boom', con il 70% degli imballaggi immessi al consumo avviato al riciclo. Quando l'ho letto ho stentato a crederci: mi sembra fin troppo bello!

E ovviamente all'aumento della raccolta differenziata segue anche un aumento nella produzione dei materiali riciclati, con conseguente necessità di impianti nella filiera del riciclaggio, e i materiali prodotti a loro volta devono essere collocati sul mercato...

Gli Enti Locali
Gli acquisti pubblici rappresentano circa il 14% del mercato europeo per prodotti come il legno e la carta, e "possono diventare un potente motore di promozione e di orientamento per tutto il mercato", come si augura Greenpeace. Nel nostro piccolo di provincia bolognese questa affermazione si traduce nella necessità di convertire una quota sempre maggiore degli acquisti e consumi degli Enti Locali del territorio in acquisti e consumi verdi, innanzitutto la carta: ormai tutti i pregiudizi sulla scarsa qualità e 'resa' della carta riciclata sono stati smentiti dai fatti e bisognerebbe arrivare a che ogni foglio che esce da un ufficio pubblico sia un foglio di carta riciclata.

C'è anche una legge dello Stato (la Legge N. 283 del 5 giugno 1985) e più specifico ancora un Decreto del Ministero dell'Ambiente (D.M. 8 Maggio 2003, n. 203) che prevede che gli uffici pubblici coprano i propri fabbisogni con prodotti ottenuti da materiale riciclato per non meno del 30%. E questa è la misura minima: perché non porsi obiettivi più ambiziosi, visto che tra l'altro la carta riciclata costa in media il 15% in meno di quella in fibra vergine.

D'altra parte il Comune di Bologna ha aderito al progetto di Greenpeace "città amiche delle foreste" che promuove tra l'altro l'utilizzo di carta riciclata con tecnologie pulite negli uffici pubblici. E la provincia di Bologna sostiene e partecipa con la Regione Emilia Romagna al Gruppo di Lavoro per gli Acquisti Verdi. Il progetto degli Acquisti Verdi punta ad "integrare considerazioni di carattere ambientale nei processi d’acquisto delle pubbliche amministrazioni. Più in particolare, utilizzando la definizione della Commissione Europea, 'GPP (Green Public Procurement) è l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita'. Si tratta di uno strumento di politica ambientale volontario che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica"

La proposta
Mettendo insieme i 'tasselli' elencati fino ad ora credo che venga naturale pensare che Hera possa e debba chiudere il ciclo dei rifiuti, per quanto riguarda la carta, riciclando in proprio il materiale raccolto, che si valuti la possibilità di rilevare la proprietà della Cartiera del Maglio, salvaguardando l'occupazione, e riconvertirla per produrre carta riciclata che potrebbe avere come acquirenti gli stessi comuni della provincia, che di Hera sono azionisti, iscrivendo la Cartiera al Repertorio del Riciclaggio (istituito con lo stesso D.M. 203) per il settore della carta.

In sintesi, Hera raccoglie la carta recuperata, la conferisce alla Cartiera del Maglio, che la trasforma in prodotti di cancelleria, che vengono acquistati dai Comuni della zona (e magari non solo da loro): ciclo 'a kilometro zero', amico dell'ambiente, che salvaguardia l'occupazione (e magari ne crea), e aiuta i bilanci dei Comuni e anche di Hera.

Vista così è la quadratura del cerchio; certo bisogna sentire gli esperti ma mi sembra che valga la pena farla questa valutazione, anche considerando le necessarie ristrutturazioni: la Cartiera come dicevo ha impianti moderni, certificazioni di qualità (anche sul piano dell'impatto ambientale), ed anche se sarà necessaria la riconversione degli impianti che attualmente producono carta da sigarette (che ha bisogno di materie prime vergini) non credo che questo possa essere un ostacolo per un'azienda del calibro di Hera.

Salvaguardare l'occupazione di questi ottanta lavoratori sarebbe già un risultato in sé, che concretizzerebbe la responsabilità sociale d'impresa di un'azienda come Hera, che non dimentichiamolo anche se quotata in borsa, ha un capitale a maggioranza pubblica. Ma si dice che le imprese "non fanno beneficenza" e ci mancherebbe: per una azienda che si occupa di ambiente, che gestisce il recupero, poter 'chiudere il ciclo' senza conferire ad altre aziende la carta recuperata è anche e soprattutto questione di riduzione dei costi, efficienza e strategia:
" * il costo della materia prima riciclata è notevolmente più basso di quello della pasta di legno, i relativi scarti possono essere utilizzati come combustibile cogeneratore del vapore necessario al processo di fabbricazione, e la produzione è meno inquinante;
* il riciclaggio riduce la quantità di rifiuti da trattare, i relativi costi di stoccaggio, lo spreco di spazio da destinare allo stoccaggio medesimo, l'inquinamento da incenerimento" (fonte Wikipedia).
I Comuni di questa provincia, Bologna in testa, detengono una consistente quota di proprietà di Hera, che ha 180 diversi azionisti pubblici, prevalentemente Comuni della Regione Emilia Romagna che detengono complessivamente circa il 58,92% del capitale sociale, i comuni della provincia di Bologna detengono il 20,3% (dati Hera): bisogna che essi si facciano promotori di questa scelta coraggiosa, amica dell'ambiente e dei lavoratori, in una parola amica del territorio.

All'inizio ho citato una frase dal sito di Hera, che parla di sviluppo sostenibile ed era da un concetto di sviluppo sostenibile che ha preso l'avvio questa mia riflessione, unito alla rabbia e allo sconcerto di vedere chiudere un'altra fabbrica; ma mi è capitato in questi mesi di leggere "Elogio dello -spr+eco" del professor Segrè che, in termini semplici, comprensibili anche ad un profano come me, ragiona anche di 'decrescita'. Certo resta una scommessa, e forse un'utopia, ma - sempre ragionando terra-terra di buone pratiche amministrative - mi ha fatto piacere notare che, se mai la rinascita della Cartiera del Maglio si realizzasse, avremmo messo in pratica ben 4 R delle 8 del paradigma della decrescita, che cito dal testo di Segrè:

"Ristrutturare" significa adattare l'apparato di produzione e i rapporti sociali in funzione del cambio di valori. Può comportare la riconversione delle officine automobilistiche per realizzare apparecchi di recupero di energia per cogenerazione.
"Rilocalizzare" significa produrre localmente i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione. [...] Se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono ridursi all'indispensabile.
[...]
"Ridurre" vuol dire ridurre gli orari di lavoro, ma anche diminuire l'impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare. Per far ciò occorre [...] "Riciclare" gli scarti incomprimibili delle nostre attività.

Concludendo, penso che questa sia un'idea da attuare già da ora, proponendola all'attuale maggioranza, ma che potrebbe rappresentare un modello per le prossime scelte programmatiche che riguardano l'ambiente e anche per dotare Hera di strumenti e scelte sempre più orientate al bene pubblico e alla salvaguardia ambientale e occupazionale.

Riccardo Malagoli

4 commenti:

Admin ha detto...

Condivido la tua proposta.. è molto interessante. Spero che venga presa in considerazione.

la redazione ha detto...

sono contento che condividi la mia proposta, considerando che Hera sta anche ad Imola mi piacerebbe davvero che potesse essere rilanciata dai consigli di fabbrica o dai sindacati. In questo modo avrebbe più forze.
Io mi sto impegnando perché venga discussa e magari realizzata :-)
ciao

Anonimo ha detto...

l'idea sarebbe bella peccato che l'investimento non sia da poco visto che i macchinari del Maglio non sono adatti a quel tipo di carta men che meno ha macchinari per la parte disinchiostrante. Non sò a questo punto se i costi per questo proggetto possano essere messi secondo piano.
Con la speranza in un lieto fine....cordiali saluti

la redazione ha detto...

sono il primo a dire che la proposta va verificata in termini economici e di fattibilità, ma credo che questa verifica valga la pena farla, visto che una società come Hera, con un indice di crescita annuale per l'ultimo anno del 21,1% (vedi qui), quotata in borsa e con una missione sociale esplicita, possa valutare anche un investimento di questo tipo.
PS: mi è un po' strano parlare con una persona di cui non so il nome, se non ti dispiace, puoi firmarti? anche solo con il nome proprio :-)

ciao,
riccardo